Nel settore finanziario è in atto una rivoluzione e a spuntarla saranno i soggetti, inclusi Big Tech, e Utility, che avranno in mano il numero maggiore di informazioni sui clienti e che sapranno trarne valore.
In Italia le banche tradizionali si trovano davanti a importanti sfide, ma dalla rivoluzione è possibile trarre opportunità se sapranno evolvere il business model e il set di skill necessarie per competere sulla nuova arena. A dirlo è Sergio Bommarito, Presidente del gruppo Fire, in un’intervista a Economista.info. Il primo player indipendente non quotato in Italia nei servizi a supporto del credito, punta ad andare a ritagliarsi una fetta sempre più importante nei diversi mercati in cui opera.
In un contesto di tassi zero, direttiva europea PSD2 – con cui le banche hanno perso il controllo esclusivo sulla gestione dei dati dei conti correnti dei clienti – e rivoluzione Fintech in atto, gli istituti di credito sono messi a dura prova dalle neonate concorrenti come N26 e Revolut.
Carta di credito in pensione? Diciamo che ci servirà più lo smartphone
“Il comparto bancario tradizionale deve tenere il passo e affrontare le sfide poste dai nuovi player che cominciano a popolare il settore, accelerando il processo di evoluzione di un modello che rischia di risultare poco efficiente rispetto alle possibilità che hanno i competitor. Si pensi, parlando sempre di accesso ai dati, alle opportunità delle Big Tech, come Facebook, Apple e Google.
Un altro settore in pole position per accaparrarsi quote di mercato considerevoli rispetto ai servizi finanziari è quello delle utility, in particolare i gruppi delle telecomunicazioni, con la possibilità di accesso alle preziose banche dati di milioni di utenti che in Italia usano uno smartphone.
Bommarito, che dal credito al consumo è partito, ritiene che l’unica via di salvezza, ma anche di opportunità di crescita, per i piccoli player del settore bancario sia quella del consolidamento. C’è un indirizzo chiaro, da questo punto di vista, da parte di Bankitalia nel volere aggregare le banche medio piccole. Con il decreto Crescita si è voluto dare agevolazioni alle banche (e anche ad altre aziende) perché si aggreghino e diventino più grandi.
Il gruppo Fire, che offre servizi a supporto del credito, si pone come partner per le banche, puntando su data science e intelligenza artificiale, strumenti che possono rappresentare una svolta in ambito di valutazione del merito creditizio e gestione di tutto il ciclo del credito più in generale”.
Finanza e pagamenti, i vantaggi di una gestione più “FinTech”
Con la rivoluzione FinTech, le banche tradizionali moriranno?
“Di sicuro il sistema bancario tradizionale è chiamato a una rivoluzione radicale. Le banche che vogliono trasformare velocemente i processi hanno creato banche ad latere, che partono da zero. Vedasi la nascita – anche per opera delle banche – di nuove Fintech satellite”.
Quali sono i vantaggi principali per i clienti?
“I vantaggi per i clienti sono tanti. Grazie ai dati che l’utente, se vorrà, potrà condividere con altri soggetti, si potranno ottenere diversi servizi. Solo per fare qualche esempio: non sarà più necessario passare per la banca per alcuni servizi di pagamento offerti da terzi, si potrà ottenere una valutazione più ampia del proprio merito creditizio, servizi di consulenza in materia di investimenti, previdenza e assicurazioni e poi, strumenti semplici di gestione e pianificazione finanziaria per privati e PMI tramite app.
Molte aziende italiane infatti sono in crisi per una mancanza di cultura finanziaria. E’ un problema di alfabetizzazione finanziaria, soprattutto per le piccole e media aziende, e non solo del sud. Le nuove tecnologie sotto questo punto di vista possono aiutare.
Banalizzeremo il discorso se dicessimo che lo smartphone manderà in pensione la carta di credito, ma possiamo dire tranquillamente che ci servirà molto di più il primo che la seconda in un futuro vicinissimo.
È chiaro dunque che ci sarà una vera e propria trasformazione del mercato bancario, con le banche che dovranno per forza di cose rivedere alcune politiche per restare al passo con i tempi”.
Direttiva PSD2, è la fine di un’epoca?
Le innovazioni disruptive nel settore finanziario attirano millennial e unbanked people: quali cambiamenti pensa che porterà nel 2020 il progetto Libra, la stable coin di Facebook, società che conta due miliardi di utenti?
“La vera rivoluzione arriverà nel medio periodo, non sarà immediata. Sono fermamente convinto che coloro i quali detengono una massa di dati importanti e soprattutto le informazioni che derivano dai device che utilizziamo, primo fra tutti il telefonino, domineranno il mercato, perché riescono ad avere molte informazioni, su aspetti molto vari della nostra vita.
Sarà un momento di netta rottura con il passato e lo strumento vincente saranno i database e la loro governance. Chi potrà analizzare le abitudini dell’utilizzatore, potrà avere un vantaggio enorme.
In questo contesto è ovvio che le banche tradizionali faranno più fatica ed è per questo che si stanno muovendo con decisione verso soluzioni tecnologicamente avanzate che le possano mettere nelle condizioni di correre alla stessa velocità dei competitor, che sia utility o Big Tech. telefonica”.
Crediti deteriorati, le banche più a rischio
In merito alla pubblicazione mensile “Banche e monete” di Bankitalia, da cui emerge che le sofferenze lorde delle banche sono scese, a luglio, sotto i 90 miliardi di euro, da lei mi interesserebbe un parere sulla gestione del credito deteriorato, anche alla luce delle recenti disposizioni del regulator.
“Come noto, le Linee guida per le banche sui crediti deteriorati della Banca Centrale Europea del 2017 e le linee guida finali del 2018 dell’Autorità Bancaria Europea riguardo a NPE e forborne exposures, sottolineano l’importanza per le banche di dotarsi di procedure e flussi informativi interni volti ad individuare e gestire proattivamente, in maniera precoce, situazioni di deterioramento creditizio, adottando un Early Warning System con unità operative specializzate nel monitoraggio e nella valutazione del rischio.
Un insieme di azioni, accorgimenti, processi e strumenti che permettono di evidenziare il peggioramento della capacità di pagamento di un’impresa o di un privato, per attivare il campanello d’allarme e attivarsi per porre rimedio.
È proprio su questo campo che si gioca la partita fondamentale per il futuro.
Fare educazione e informazione rispetto ad un’attività di gestione del credito costante, a lungo termine, progettata, rodata e sistematizzata, una preparazione che richiede tempo ed energie per essere perfezionata ma permette di non reagire frettolosamente e sotto la spinta normativa di deadline di derecognition, é fondamentale.E’ così che si creano prassi sane, durature.
Lo sportivo che vuole correre la maratona fa dei sacrifici. Lo stesso deve fare il sistema bancario ed economico italiano”.