L’azienda ha scelto di condividere i successi raggiunti con le proprie persone, assegnando un bonus straordinario pari al 30% della retribuzione mensile netta.
Il CdA approva la relazione consolidata al 31 dicembre 2020:
- Fatturato sostanzialmente stabile a 49,1 milioni di Euro
- +27% EBITDA, 5,9 milioni di Euro (4,6 milioni nel 2019), pari al 12% sui ricavi (9% nel 2019)
- +44% EBITDA adjusted[1], 9,3 milioni di Euro (6,5 milioni nel 2019), pari al 17% dei ricavi (12% nel 2019)
- +10% Asset Under Management, 22 miliardi di Euro (20 miliardi nel 2019)
Milano, 20 aprile 2020 – Il Consiglio di Amministrazione di Fire Group, sotto la presidenza di Sergio Bommarito, ha approvato il progetto di Bilancio consolidato al 31 dicembre 2020.
“Il 2020 lo ricorderemo inevitabilmente come l’anno del Covid” commenta Sergio Bommarito, che prosegue: “dalle prime notizie di una minaccia percepita come lontana e concretizzatasi con l’individuazione dei primi casi in Italia e l’annuncio di lockdown del 9 marzo di un anno fa, fino all’attuale quotidianità, abbiamo costruito un nuovo modo di vivere e lavorare. Nonostante il periodo, Fire è riuscita ad ottenere risultati gestionali e finanziari d’eccellenza, grazie all’approccio proattivo ad un contesto particolarmente sfidante” ha aggiunto il Presidente. “La significativa crescita della redditività dimostra l’ottimo livello di efficientamento del presidio di processi interni e costi, a fronte di investimenti sulla macchina operativa immutati rispetto al previsto. Fondamentale è stato l’apporto del capitale umano: tutte le nostre persone hanno prontamente raccolto le sfide che si sono presentate con grande capacità di adattamento e un senso di appartenenza encomiabile. A riconoscimento di questa dimostrazione di attaccamento e responsabilità e per valorizzare il contributo del singolo, abbiamo deciso di assegnare ai dipendenti delle Società Fire e Fire Group un bonus straordinario pari, mediamente, al 30% della retribuzione mensile netta, nel contesto di un esercizio, quale il 2020, chiuso con ottimi risultati.”
Il 2020 ha infatti visto il Gruppo progredire in tutti i settori di business, in particolare nel comparto dei Non Performing Loan, in linea con quanto previsto dal Piano Industriale 2020-23. Nonostante la pandemia abbia causato una riduzione di affidi nel business del debt management, il fermo dei tribunali e la sospensione dell’attività di riscossione tributi, il fatturato è rimasto sostanzialmente stabile a 49,1 milioni di Euro (50,1 milioni di Euro nel 2019).
In netto miglioramento la marginalità del Gruppo, con l’EBITDA adjusted a 9,3 milioni di euro, pari a oltre il 17% dei ricavi, in crescita rispetto all’anno precedente di 5 punti percentuali, e un EBITDA reported pari a circa 5,9 milioni, corrispondente al 12% dei ricavi (+27% vs 2019).
Tali risultati sono il frutto di 2 principali driver:
La gestione proattiva della pandemia: sin dall’inizio dell’emergenza l’azienda ha evoluto le proprie modalità operative per garantire la continuità del supporto a committenti e clienti finali in totale sicurezza, anche negli ambiti che sembravano più sfidanti – ad esempio, l’attività dei consulenti sul territorio, che grazie al processo di gestione “contactless” della posizione, dell’incontro e degli incassi, è potuta comunque proseguire. Inoltre, già nelle prime settimane dell’Aprile 2020 sono stati esplorati, progettati ed avviati nuovi servizi e nuove occasioni per continuare a rappresentare un partner di valore. Sono state molteplici le iniziative che hanno compensato i minori volumi affidati a causa dell’emergenza.
Sul fronte della riscossione dei tributi, i mesi di sostanziale blocco della riscossione introdotto dai vari DPCM sono stati lungi dall’essere inattivi: aggiudicazione di nuove e numerose commesse, costante consulenza agli enti locali già clienti per supportarli nella gestione delle novità e delle criticità, focus sulle attività non interessate dai blocchi ed ulteriore efficientamento dei processi interni hanno caratterizzato questo periodo.
Il posizionamento incisivo su segmenti che consentiranno di generare ricavi a lungo termine: nella seconda parte dell’anno si sono concretizzati in maniera consistente gli sforzi commerciali volti ad accrescere la massa di crediti deteriorati in gestione (+40%: dai 3,4 miliardi del 2019 ai 4,9 miliardi del 2020), con la finalizzazione delle due operazioni assistite da GACS di cui Fire è diventato special servicer – “POP NPLs 2020”, cessione multioriginator di crediti da banche prevalentemente popolari, e “Summer” ad opera di BPER – e l’aggiudicazione, al termine di una procedura competitiva con requisiti estremamente stringenti, del servicing di una ulteriore e consistente porzione dei portafogli di sofferenze ed unlikely to pay di AMCO.
Sul versante dell’acquisto di NPL, sempre sul finire dell’anno, Fire ha acquisito direttamente alcuni piccoli portafogli relativi a Less Significant Institutions.
Il core business si è dunque orientato verso attività a più alta marginalità, con focus su lavorazioni con ticket più elevati, di tipologia secured e maggiore ricorso alla legal factory.
“Per il 2021 – conclude Bommarito – ci focalizzeremo nel rafforzare ulteriormente le partnership di lungo periodo in riferimento agli Unlikely to Pay, al credit management lifetime e alle politiche di early warning, facendo leva sulla nostra capacità industriale di gestione, elemento differenziante che il mercato ed i clienti riconoscono come il nostro punto di forza. Intensificheremo, inoltre, l’attività di scouting e gestione di opportunità di acquisto diretto o in coinvestimento in area NPL e valorizzeremo le nostre partecipate che si occupano di fiscalità locale e servizi territoriali, Creset e Gestionilocali, ma soprattutto, come nel 2020, continueremo a seguire da vicino le necessità di un mercato che cambierà ancora sotto la spinta di un contesto economico nuovo e delicato, per evolvere di conseguenza il nostro ruolo e la nostra offerta.”
[1] L’EBITDA adjusted normalizza i risultati del Gruppo includendo i ricavi derivanti dalla sottoscrizione di piani di rientro (es. cambiali), attività tipica delle società di credit management, che secondo i principi contabili adottati (competenza del ricavo coincidente con l’incasso delle somme dal debitore) non vengono computati tra i ricavi dell’anno. All’esponenziale crescita dei volumi gestiti in area NPL è corrisposto negli ultimi anni l’incremento degli incassi derivanti da piani di rientro, che alimentano quindi ogni anno una «riserva» di ricavi futuri, che come descritto sopra non sono riflessi nel bilancio annuale.
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