Il 2020 lo ricorderemo inevitabilmente come l’anno del Covid. Dalle prime notizie di una minaccia percepita come lontana e concretizzatasi con l’individuazione dei primi casi in Italia e l’annuncio di lockdown del 9 marzo di un anno fa, fino all’attuale quotidianità, abbiamo costruito un nuovo modo di vivere.
Per le aziende, l’arrivo della pandemia ha significato dover cambiare i modelli organizzativi, o in alcuni casi accelerarne l’implementazione. Ma dal momento che tutto è dovuto avvenire in tempi rapidissimi, tali cambiamenti hanno assunto i tratti di una vera e propria rivoluzione.
Il nostro Gruppo, che si è mosso dalle prime avvisaglie costituendo un Comitato di Crisi con l’obiettivo di porre in atto il Business Continuity Plan progettato e testato per le situazioni di emergenza, ha messo in pochi giorni tutto il personale nella condizione di poter operare da casa in sicurezza, adattando poi di volta in volta le misure per la tutela della salute dei lavoratori, garantendo al contempo continuità di supporto alle committenti e ai loro clienti.
Da oltre un anno, il modo di lavorare ha assunto una dimensione nuova ed è stato necessario superare sfide organizzative inaspettate per adeguare i modelli di business alle mutate condizioni di contesto e di mercato.
Se guardo a Fire, non astrattamente come azienda, ma come insieme di persone, mi viene in mente un equipaggio che affronta una tempesta e che oltre ad adoperarsi per fronteggiare la contingenza, trova il modo di motivarsi e scambiarsi indicazioni tattiche, di darsi forza, incoraggiarsi per mantenere quella lucidità che serve a reagire a qualcosa di sconosciuto. La nostra squadra ha fatto così, muovendo passi coraggiosi su una base resa solida negli anni, con la flessibilità di chi non solo si adatta ma trae bensì opportunità dalla crisi.
In tal senso mi viene in mente il pensiero di una grande mente del ‘900, Rita Levi Montalcini, che diceva che non bisogna temere i momenti di difficoltà perché il meglio viene da lì. In Fire ne siamo fermamente convinti.
Con un vento che sembrava soffiare contro, la nostra esperta squadra ha reindirizzato le vele e preso il meglio di quel vento per guadagnare velocità. Nel mare in tempesta dei mesi scorsi e di quelli a venire, i marinai esperti possono volgere a proprio favore questo momento per migliorare processi e strumenti, affinare tecnologie, scoprire competenze e risorse inesplorate.
Siamo riusciti nonostante la distanza a restare coesi, uniti e concentrati verso il raggiungimento di obiettivi comuni più grandi dell’impegno del singolo e, nel caso del 2020, anche risultati gestionali e finanziari di eccellenza.
Il 2020 ha visto il Gruppo progredire in quasi tutti gli ambiti di attività, in particolare nel comparto dei Non Performing Loans, in linea con quanto previsto dal Piano Industriale 2020-2023. Nonostante la pandemia abbia causato una riduzione di affidi nel business del debt management in relazione alle strategie delle committenti, il fermo dei tribunali e la sospensione dell’attività di riscossione tributi, il fatturato è rimasto sostanzialmente stabile a 49,1 milioni di Euro.
Degno di nota il netto miglioramento della marginalità del Gruppo, con l’EBITDA adjusted a 9,3 milioni di euro, pari a oltre 17% dei ricavi, in crescita rispetto all’anno precedente di 5 punti percentuali, e un EBITDA reported pari a circa 5,9 milioni, corrispondente al 12% dei ricavi (+27% vs 2019).
Come siamo riusciti ad ottenere ottimi risultati in un contesto così sfidante?
Le direttrici lungo le quali ci siamo mossi sono state principalmente 2:
La gestione proattiva degli impatti della pandemia: sin dall’inizio dell’emergenza l’azienda ha evoluto le proprie modalità operative per garantire la continuità del supporto a committenti e clienti finali in totale sicurezza, anche negli ambiti che sembravano più sfidanti – ad esempio, l’attività dei consulenti sul territorio, che grazie al processo di gestione “contactless” della posizione, dell’incontro e degli incassi, è potuta comunque proseguire. Inoltre, già nelle prime settimane dell’Aprile 2020 sono stati esplorati, progettati ed avviati nuovi servizi e nuove occasioni per continuare a rappresentare un partner di valore. Sono state molteplici le iniziative che hanno compensato i minori volumi affidati a causa dell’emergenza.
Sul fronte della riscossione dei tributi, i mesi di sostanziale blocco della riscossione introdotto dai vari DPCM sono stati lungi dall’essere inattivi: aggiudicazione di nuove e numerose commesse, costante consulenza agli enti locali già clienti per supportarli nella gestione delle novità e delle criticità, focus sulle attività non interessate dai blocchi ed ulteriore efficientamento dei processi interni hanno caratterizzato questo periodo.
Il posizionamento incisivo su segmenti che generano ricavi a lungo termine: nella seconda parte dell’anno si sono concretizzati in maniera consistente gli sforzi commerciali volti ad accrescere la massa di crediti deteriorati in gestione (+40%: dai 3,4 miliardi del 2019 ai 4,9 miliardi del 2020), con la finalizzazione delle due operazioni assistite da GACS di cui Fire è diventato special servicer – “POP NPLs 2020”, cessione multioriginator di crediti da banche prevalentemente popolari, e “Summer” ad opera di BPER – e l’aggiudicazione, al termine di una procedura competitiva con requisiti estremamente stringenti, del servicing di una ulteriore e consistente porzione dei portafogli di sofferenze ed unlikely to pay di AMCO.
Sul versante dell’acquisto di NPL, sempre sul finire dell’anno, Fire ha acquisito direttamente alcuni piccoli portafogli relativi a Less Significant Institutions.
Il core business si è dunque orientato verso attività a più alta marginalità, con focus su lavorazioni con ticket più elevati, di tipologia secured e maggiore ricorso alla legal factory.
Riassumere un anno come il 2020 non è facile, ma riviverne i momenti salienti serve a fissarli e a ricordare che nei momenti in cui tutto cambia, una delle cose più importanti è conservare alcuni solidi punti di riferimento, delle ancore.
Penso, ad esempio, all’esperienza del nostro management che è stato capace di mantenere la guida salda, coraggiosa e rassicurante di chi ha già vinto altre grandi sfide e che può affrontarne di altre perché dotato degli strumenti per farlo, alla tenacia di tutte le nostre persone che hanno dato prova di voler continuare a dare il massimo, con testimonianze concrete di una possente energia di squadra che non è stata scalfita dagli eventi esterni, ma semmai stimolata.
Per i prossimi mesi, che si annunciano parimenti sfidanti e purtroppo ancora incerti, la mia esortazione, alle persone di Fire, ma per esteso a tutti noi che stiamo vivendo una quotidianità fatta di attese riposte nelle istituzioni e nella scienza, è quella di conservare cuore caldo e mente fredda, facendo consapevolmente tesoro di quanto vissuto, continuando a dare un contributo quotidiano nell’oggi, mantenendo una speranza sempre viva nel domani.